Grazie alla mia breve vacanzina, sono venuta a conoscenza di una serie di nuove mode vacanziere.
Tra le più intelligenti – sembra quasi paradossale a dirsi ma è vero – quella della minicar che vende frutta. Sì avete capito bene: anch’io all’inizio sono rimasta un pò scioccata quando ho visto queste mini-macchine sfrecciare sui bagnasciuga….ma “provando” onestamente mi sono dovuta ricredere.
Il menù di molti, poi, era assai vario: macedonie, ananas, cocco, melone ed anguria.
La nota dolente è piuttosto il prezzo: sono arrivata a pagare ben 2.50 € una fetta di cocomero (non oso pensare al prezzo al chilo).
Per il famoso “cocco bello”, la questione è diversa: la moda più invalsa è vendere mezzo cocco a 5 €. Sicuramente più economico del pezzettino a 1/1.50€, ma un pò troppo impegnativo se si è soli (ho supplicato per avere una sola fetta, ma non c’era niente da fare).
Risultato: in una settimana, sono diventata una vera e propria drogata di cocco e stamattina, in giro per Roma,n on ho potuto resistere e ho fatto sosta a Despar per una confezione di Cocco Almaverde Bio.
La sera mi rifugio dai banchetti di frutta: mitico quello a Val Melaina (che vende anche un curioso incrocio tra melone e cocomero: sapore del primo, consistenza del secondo) e quello della batteria Nomentana.
Spero non abbia effetti collaterali. Almeno non troppo gravi.