Ieri alle casse del CUP ho intimato alla cassiera di NON cercare di ridarmi un centesimo di resto. Posso francamente vivere senza.
E mi sono così ricordata di una scena che ormai sembra appartenere ad un mondo scomparso milioni di anni fa: saranno stati più o meno 20 anni fa – sì ero piccoletta – ed io e la mia mamma (a cui nonostante precedenti minacce non ho ancora – emh volevo dire mai – staccato la testa) eravamo in fila alle casse di una Standa a Sanremo.
All’epoca si usava ancora dare il resto di monete ormai scomparse o scarsamente in circolazione (tipo 10 o 20 lire), con caramelle e dadi da brodo – non devo neppure dirlo io preferivo le prime ai secondi.
Davanti a noi, la cassiera da in resto ad una vecchia carampana (di quelle che comprano solo mozzarelle e cibo per il gatto – non so se avete presente il tipo) un dado Maggi (di cui a Budapest qualche anno fa, ho fatto letteralmente una cura per i miei 10 giorni di soggiorno)
E quella risponde piccata: “Ma io uso solo Knorr!!!!!” (è lì c’era da chiedersi se sulle mozzarelle o sul cibo per gatti).
Ci credete che abbiamo aspettato 15 min (mentre la fila diventava chilometrica) Finchè la cassiera non è andata in reparto a prendere una confezione della suddetta marca, l’ha aperta e ha dato il dado alla signora?
Se qualcuno vuole fare qualche battuta sulla fama della regione in questione sarebbe scontata. Ma se proprio proprio deve la faccia pure.